Lucia Coppola - attività politica e istituzionale | ||||||||
Legislatura provinciale
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Comune di Trento
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Merano, 24 giugno 2017 Buon pomeriggio a tutte e a tutti e grazie per l'invito. Sono qui per portare il saluto e il contributo dei Verdi del Trentino. Il tema del turismo sostenibile è in questo momento particolarmente sentito nella mia provincia e anche nella mia città, Trento. La necessità di promuovere e valorizzare la bellezza e la preziosità delle nostre Dolomiti, patrimonio Unesco, ma anche delle vallate, e dei laghi, premiati quest'anno da Legambiente con il primato nazionale del lago di Molveno, specchio d'acqua incontaminato alle pendici del massiccio del Brenta, per non parlare dell'incanto del Garda trentino e degli altri venti laghi segnalati per bellezza e pulizia delle acque, tutto ciò è all'attenzione di istituzioni e singoli cittadini e certamente dei Verdi del Trentino in un percorso virtuoso di approfondimento, di idee, progetti, visioni. Nonostante il 2016 sia stato un anno turisticamente eccellente per il Trentino, con 5,7 milioni di turisti e 914 mila pernottamenti in più rispetto al 2015, con 8 milioni e 800 mila pernottamenti, è chiaro per noi che ci sono ancora molte potenzialità inespresse o espresse con modalità non più adeguate ai mutamenti culturali, sociali, ambientali, climatici. I dati relativi alla presenza di turisti stranieri, limitati al 20%, e il turismo estivo concentrato prevalentemente nel mese di agosto, con un 40%, per il 33% a luglio e solo per il 12 e il 15% nei mesi, rispettivamente, di giugno e settembre, ci fa capire chiaramente come l'offerta sia carente lungo tutto l'arco dell'anno, come manchi una diversificazione nelle proposte dedicate a chi vuole vivere un territorio nella sua interezza e complessità sempre. Questo è un punto d'attenzione. Ma le nostre città, gli antichi borghi, i centri di antica origine stanno acquistando un nuovo consapevole protagonismo che è sicuramente indirizzato a potenziali clienti ma, mentre i portatori di interesse studiano, inventano proposte, riscoprono vocazioni, valorizzano competenze, creano nella comunità coesione sociale e migliorano la vita di tutti. La nostra città capoluogo, Trento, eletta lo scorso anno nella rosa delle quattro Smart City a livello internazionale, col suo milioni di turisti che ogni anno la visitano, le ottocentomila entrate ai Musei, tra tutti il Muse e il castello del Buonconsiglio, le sinergie con la vicina Rovereto e il Mart, con le sue importanti mostre e collezioni, sta sperimentando a pieno un modo nuovo e accogliente di proporsi come città turistica: 60 chilometri di piste ciclabili, il vicino Monte Bondone e i laghi che la circondano a pochi chilometri di distanza. Propone importanti fiere, tra tutte “Fa' la cosa giusta”, sugli stili di vita sostenibili, mercati artistici, artigianali e dell'eno gastronomia, del biologico a chilometro zero. Ospita il Festival dell'Economia e il Festival della Montagna, e soprattutto oltre ventimila studenti universitari in prestigiose facoltà; inoltre festival di letteratura, di musica folk e jazz, scuole di danza e musicali, istituti culturali e Fondazioni scientifiche Tutto ciò ha sollecitato nel giro di pochi anni cambiamenti significativi, presenze turistiche importanti e di qualità sul proprio territorio per tutto l'arco dell'anno e un indotto economico che ne ha positivamente risentito e ha potuto così riqualificare l'offerta. Si chiama turismo culturale e finalmente riguarda a pieno anche il Trentino. A ciò si aggiunge la necessità di creare un ambiente ospitante sempre più salubre.Trento è il più grande comune agricolo della provincia e può vantare, grazie all'impegno di produttori e agricoltori oculati, ben 540 ettari di coltivazioni biologiche e biodinamiche, il 40% della produzione complessiva, e recentemente la nascita di un Biodistretto: un patto virtuoso siglato dalle più importanti aziende vitivinicole, dalle istituzioni, da piccoli produttori e consumatori, da associazioni di privato sociale che occupano in questo settore persone con disagio e disabilità. L'ambiente sano è certamente uno dei tanti aspetti del turismo sostenibile, un indicatore che gli utenti non mancano di considerare, posto che è legittima la richiesta di ambienti liberi da pesticidi. Le nostre montagne sono uno spazio geografico, narrativo, letterario e anche storico. Basti pensare al ruolo che hanno avuto le montagne trentine nella Prima Guerra Mondiale, che ha generato quello che ora viene comunemente chiamato “turismo di trincea”, nei forti e nei luoghi teatro delle battaglie, in ciò che resta di un periodo molto doloroso, riaffermando così il valore della pace e della fratellanza tra i popoli. Ma sono anche e soprattutto i luoghi del vissuto delle persone che vi abitano. Vi è dunque un meticciato della montagna che mette insieme le storie di chi ci abita e di coloro che vi si trasferiscono in qualche periodo dell'anno. Credo sia fondamentale capire come queste differenti storie entrino in relazione. Vi è uno scambio paritario e costruttivo? E il turista è solo un predatore di luoghi, paesaggi, risorse o può essere visto anche come portatore di nuovi punti di vista, di differenti bisogni, di modalità migliori, più lente, soavi, profonde, per citare Alex Langer, nel vivere l'ambiente e il proprio tempo libero? E' pure evidente che le montagne, che costituiscono gran parte del nostro territorio, sono un ambiente dinamico non solo da ammirare e da godere, per la bellezza del paesaggio, ma da vivere. Lo stigma più profondo dell'ambiente dolomitico è la sua unicità geologica, l'integrità, l'autenticità del suo ambiente naturale che esige anche strumenti legislativi tali da proteggerlo e valorizzarlo. La divisione del parco dello Stelvio su tre province togliendo una gestione nazionale unitaria non è andata in questa direzione e richiederà uno sforzo ulteriore di dialogo e decisioni condivise dalle province responsabili della sua tutela, per garantirne la continuità nella protezione della biodiversità, del paesaggio, delle risorse. Oggi i valori ambientali propri dei territori montani, la tipologia delle abitazioni, la qualità della vita, le opportunità di svago, di praticare sport, di godere del paesaggio, del mutare delle stagioni, di un tempo di vita umanamente più consono ai bisogni di bambini, ragazzi e adulti, costituiscono un valore aggiunto di cui forse non sempre si è pienamente consapevoli. Sono di per sé anche risorse economiche e diventano sempre più opportunità di lavoro buono, riconvertito se necessario. Ma i luoghi ci parlano. Bisogna leggerli e interpretarli. Storicamente abbiamo esempi di comportamenti virtuosi che esercitati nel tempo, sono diventati radicati orientamenti culturali nella relazione tra uomo e territorio. Già gli antichi statuti comunitari del Trentino, le Regole di chi amministrava nei tempi antichi, in particolare quelle delle Magnifiche Comunità di Folgaria o della Val di Fiemme, limitavano fortemente gli interventi pesanti sul territorio. Mentre è sempre più raccomandato e raccomandabile intervenire riqualificando l'assetto idro-geologico, biologico, faunistico che da anni dà segni di degrado. Ora la parola chiave per uno sviluppo armonico non può più essere solo la sostenibilità, che ci dice quanto un territorio, una comunità, una montagna può sopportare. Quanto è profonda l'impronta che noi umani lasciamo dietro di noi compromettendo egoisticamente il futuro delle prossime generazioni. Serve anche un approccio che tenga conto delle diversità dei luoghi, ognuno con la sua specificità, la sua identità, la sua storia, le sue vocazioni. Risposte possibili: – patti tra generazioni per un vivere più giusto e felice nel rispetto delle persone e dell'ambiente, delle tradizioni e dell'innovazione, per uno scambio di conoscenze e saperi da trasmettere agli ospiti; – formazione dei giovani al tema dell'accoglienza e dell'ospitalità (scuola, associazioni culturali, biblioteche, studio delle lingue, ecc.); – costruzione di opportunità lavorative in loco, che scongiurino lo spopolamento e indirizzino i giovani che sono interessati alla riscoperta dell'agricoltura di montagna, agricoltura biologica e biodinamica, alla gestione di agritur, bed and breakfast, all'albergo diffuso come risposta alla crisi di tanti piccoli paesi. Evitando il sorgere di grandi alberghi, resort e strutture spersonalizzanti ed estranee alla storia dei luoghi; – tenere conto dei cambiamenti climatici ogni volta che si pensa di costruire nuovi impattanti, costosi, inutili impianti sciistici in località che non superano i 2000 metri di altitudine; – costruzione di sinergie tra i territori, APT, comuni, associazioni; – individuazione di obiettivi comuni tra portatori di interesse (categorie economiche, imprese, commercio, albergatori ecc.) oltre la legittima concorrenza. – valorizzazione del valori e dei beni comuni che identificano la comunità e il territorio, in un'ottica di condivisione responsabile con i turisti. Affinché, se pure per un tempo limitato, li sentano come propri, preziosi, e dunque da proteggere e tutelare.
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LUCIA COPPOLA |
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